Catalogo in lingua italiana, con testo di Ernesto D'Orsi, della Mostra: "L'improbabile identità del dogma" alla Galleria Miralli e
a Palazzo Chigi di Viterbo, Dicembre 2003-Gennaio 2004, ed. Grafiche Aurora.

I primi 100 cataloghi sono numerati con all'interno una incisione
colorata a mano ed eseguita in occasione di queste Mostre di Viterbo


TIRATURA ESAURITA




Il Catalogo della Mostra é ora disponibile on line
Per vederlo Clicca su: Catalogo
(in formato PDF, 25,20Mb)



Testo critico del catalogo



"L'improbabile identità del dogma"


    Se pensiamo all'immagine tradizionale, una qualsiasi figura completa di forma, colore, luce, spazio, insomma organicamente integra e prendiamo ad esempio un nudo, maschile o femminile non ha nessuna importanza; potremmo così rilevare che la forma d'arte ben incisa nei contorni per cui il colore compatto, denso è materia del corpo della stessa, infine rivelata dalla luce quale protagonista nello spazio dell'esistenza.
    Ebbene da tutto ciò si evince una evidente constatazione che sin dalla remota creazione la figura è rappresentata quale simbolo universale, espressione ideologica dell'assoluto, incarnazione plastica del "dogma". La conferma che viene da lontano ha percorso il lungo tragitto storico della classicità. Che poi tutto ciò abbia maturato, complice il logorio del tempo e con l'avvento della modernità, quei dubbi che lacerano simili alle crepe il valore plastico dell'assoluto e che queste "crepe" abbiano dato vita ad una accentuata complessità strutturale della forma, è cosa ormai acquisita nella coscienza della contemporaneità.
    In altre parole l'immagine storica ha subito le mutazioni formali, in quanto modellata dalle innumerevoli contraddizioni culturali, esistenziali ed ideologiche che hanno consentito l'affermazione della modernità. Per cui quelle "crepe" maturate nel tempo hanno segnato, intaccato il percorso dell'arte moderna e che possiamo sintetizzare in alcune fasi significative che maggiormente hanno inciso sul lavoro di Vincenzo Balsamo. Una serie d'influssi che vanno perlopiù dal Divisionismo, Cubismo, Astrattismo, Surrealismo, sino all'Informale; per cui lo specchio dell'Assoluto, andato in frantumi, ha generato i molteplici frammenti contraddittori che manifestano attraverso l'autonomia del segno una propria luce.
    Premesse queste che c'introducono nell'anima della testimonianza artistica di Vincenzo Balsamo, la cui creatività pittorica dà corpo ad una serie d'immagini che attraverso le progressive elaborazioni segniche (Elaborazioni segniche, olio 2001) manifestano visivamente il concetto filosofico portante o l'improbabile rappresentazione della verità universale ormai priva dell'incidenza probatoria dell'immagine tradizionale.
    Ovvero il "dogma" dell'assoluto è contraddetto dalle infinite sfaccettature (Tema con variazioni, olio 2001) della realtà formale dell'esistenza e rappresentato dalla inquieta agitazione dei tanti e dissociati segni astratti che scompongono la figura (Silente, olio 2001) Balsamo elabora un progetto grafico che sostanzialmente, attraverso l'impatto cubista, produce lesioni all'interno della figura, procede quindi attraverso la geometria astratta a marcare incisivamente le sezioni della composizione stessa, accentua poi nel riferimento divisionista una più ampia dissolvenza dell'integrità formale, sino a che i minuscoli pulviscoli sfociano nella cancellazione dello spazio informale, ed infine eccolo a rielaborare, mediante la fantasia surreale, la nuova e sorprendente identità iconica.
    La graduale evoluzione dei vari passaggi tendenziali certifica quel che resta del dubbio e del disfacimento della centralità della forma. Via via, le fasi progressive del progetto visivo sempre più accentuato si smaterializzano nelle ombre dell'infinito.
    Il segno grafico sottile, poco visibile, come inciso nel vuoto dello spazio e coperto dalla eterea evanescenza del colore (Riflessi, olio 2001), il cui richiamo alla trasparenza pittorica di Klee, esplicita l'inevitabile dissolvenza del progetto grafico (Frizzante, olio 2000). L'interpretazione estetica di Balsamo, accentuata dalla demolizione dell'integrità visiva e materica del corpo nell'immagine, lascia il segno nel profondo della coscienza di una vita orfana delle sue certezze collettive.
    Azzerando il modello tradizionale della forma, Balsamo ha avuto il terreno del Nuovo, attestando nei frammenti l'affermazione particolare della dimensione individuale e soggettiva di una umanità più adulta e responsabile. Per cui il tracciato delle nuove frontiere della complessa geografia della verità e dell'assoluto, produce soluzioni visive nella moderna ideazione di segni liberi, elaborati dalla fantasia surreale. Come segni vitali, mondi a sé, organismi viventi simili ad ovuli embrionali (Visione spaziale, olio 2001), seppur integrati nella forma madre, si agitano a testimoniare le loro forza vitale (Vitalità, olio 2002), intesa quale spinta propulsiva, inarrestabile (In ascesa, olio 2001) per la nascita di una inedita definizione formale con cui fecondare il seme dell'immagine nello spazio inesplorato del nuovo millennio.

Ernesto D'Orsi

[chiudi questa finestra]