[...] Tuttavia, anche se immerso nel clima assai
severo delle riduzioni formali, l'artista
di tanto in tanto si riconduce ai cieli dell'emozione e stempera il suo fiato lirico nell'evidenza più nota della realtà: ecco, allora, il gettito improvviso - e incontrollato, si direbbe - di alcune nature morte. Fitte di elementi e illividite di colore, incastrate e tassellate in un ritmo serrato, ma rinate dalle contrazioni di una geometria cubista "autre" o ancora linearmente distese nelle distribuite assonanze cromatiche, ovvero raccolte in quella misura cézanniana che risolve l'immagine nella compattezza degli oggetti, stretti in un unico nucleo figurale. [...]
Carlo Giacomozzi
(tratto da: E. Crispolti, Vincenzo Balsamo, monografia,
1992, pp. 51-52, ed G. Corbelli)
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